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Foto presa online dall’articolo “The Evolution of Breakfast: http://www.trndmrkr.com/uncategorized/breakfast-evolution/

Di cosa si nutrivano le nostre sorelle nello Yorkshire dell’Ottocento? Nel periodico ‘New Statesman’ un certo Bee Wilson, autore di un articolo apparso in data 24 gennaio 2000 col titolo ‘Swill for tea food’ si augurava che Charlotte mangiasse meglio di Jane Eyre. Tutti i lettori di questo celeberrimo suo romanzo ricordano infatti che a Lowood veniva data alle allieve a colazione solo mezza fetta di pane con tè o caffelatte con una porzione minima di burro, ma ciò solo la domenica, insieme ad un ‘pranzo’ consistente in focaccia di farina d’avena, talvolta bruciata, e acqua. Ciò, secondo le parole di Charlotte-Jane, aveva portato inevitabilmente alla morte  (per tisi ma anche per inedia) della povera Helen Burns e di molte altre inermi allieve.

Secondo Bee Wilson, anche Charlotte Brontë però dové condividere gli stessi problemi con il proprio stomaco, spesso soffrendo come il padre di dispepsia e aborrendo per anni l’odore del cibo bruciato. Tutti nella Parsonage, una volta ritornati dallo sfortunato Cowan Bridge, poterono gustare i pasti preparati con cura da Tabby, le cosce di montone e le patate bollite, oltre ai buoni dolci e alle torte. Spesso però, anche da adulta, Charlotte lamentò forte nausea alla vista del cibo e malore al fegato. Alla sua morte, gli abitanti di Haworth sentirono la mancanza dei ‘puddings e dei dolci natalizi’ da lei elargiti, come riferisce l’autore dell’articolo, citando l’esperta di cucina regionale Florence White che in un suo libro sostiene che le sorelle Brontë spesso mangiavano con gusto delle squisite torte di mirtilli ripiene di succo di mele cotte. Magra consolazione, vero?

                                                                                                                                  MADDALENA DE LEO