Non molti sono a conoscenza che l’autore italiano Beppe Fenoglio (1922-1963) in gioventu’ scrisse un dramma teatrale ispirato a Cime Tempestose, il grande romanzo di Emily Brontë.

Si tratta di La voce nella Tempesta, pièce in tre tempi (di cui l’ultimo costituito da due quadri) con l’aggiunta di un saggio di tre fogli dattiloscritti che, dopo una breve storia critica del romanzo, ne evidenzia i meriti e l’originalità. Il dramma teatrale in questione fu pubblicato nel 1974 da Einaudi anche se in BS Transactions 1971 apparve già recensito da Bruce Merry che curò inoltre, nello stesso numero, la traduzione in inglese del saggio che fungeva da appendice.

Fenoglio sin da giovane aveva provato una notevole attrazione per la letteratura inglese, prediligendo in particolare Cime Tempestose, che aveva letto al ginnasio, perché trovava in esso dei riferimenti autobiografici importanti quali le differenze tra classi sociali e il rifiuto subìto in quanto povero da parte di una ragazza agiata di cui era innamorato. Nella sua più famosa opera Una questione privata, pubblicata postuma nel 1963, il giovane studente protagonista Milton, che specularmente è poi lo stesso Fenoglio, vive una situazione simile a quella di Heathcliff in quanto, essendo povero e poco attraente, si vede portar via la ragazza dal rivale Giorgio.

Beppe Fenoglio vide il film interpretato nel ’39 dalla coppia Olivier-Oberon a Torino nel 1941 e ne rimase fondamentalmente deluso, forse perché la trasposizione cinematografica gli sembrò eccessivamente romantica. Il manoscritto della rappresentazione essere redatto negli anni 1941- 45.

Il testo teatrale di Fenoglio si sofferma sui primi diciassette capitoli del romanzo e affronta soprattutto due temi: 1) il conflitto sociale e 2) il rapporto uomo-natura. L’autore riesce a rendere bene lo spirito della brughiera anche se i nomi dei personaggi vengono spesso alterati e italianizzati, per cui Lockwood, personaggio da Fenoglio considerato superfluo, diviene Longwood, Hindley diviene Martin, Nelly Elena e Joseph Giuseppe. L’azione ha inizio nel mezzo del romanzo, e il primo atto verte soprattutto sul triangolo amoroso Heatcliff, Cathy e Edgar. Il momento centrale quello in cui Cathy dichiara enfaticamente ‘I am Heathcliff’, diventa in Fenoglio una proporzione, in quanto la stessa protagonista si troverà a dire ‘Heathcliff sta nel mio cuore come le Rocce Rosse nella brughiera’. Anche l’ambientazione ricreata dall’autore torinese diventa molto nostrana in quanto le brughiere dello Yorkshire si trasformano in lande, corrispondenti alle langhe piemontesi. Nel secondo atto si assiste ai due matrimoni e nel terzo alla truffa perpetrata da Heathcliff a danno di Hindley . Nella scena finale c’è molta poesia e il tono è quanto mai simile all’originale. Notevole è il passo: ‘Il vento viene da lontano, passa sulle Rocce Rosse, pettina tutta l’erica. Soffia diritto alla finestra, su di me, tutto odoroso. E’ come se sfiorassi col viso un gran mazzo d’erica che Heathcliff m’avesse portato appena ora’.

Il dramma La voce nella tempesta di Beppe Fenoglio fu messo in scena con successo al Teatro Belli di Roma nell’autunno 2001 da Antonio Salines avendo come protagonisti Francesca Bianco (Cathy) e Alessandro Luci (Heathcliff).

Maddalena De Leo

Se ti è piaciuto questo articolo della professoressa De Leo, e vuoi saperne di più sul film La voce nella tempesta di William Wyler, non puoi perderti Commento al film: Wuthering Heights (1939), articolo a cura di Maddalena De Leo.