Quest’anno vogliamo ricordare Emily con un articolo che ancora una volta unisce la letteratura all’arte. Vi abbiamo già raccontato del Brontë Weather Project, un progetto artistico sviluppato da Rebecca Chesney presso il Brontë Parsonage Museum nel 2012. Chi di voi ha letto il meraviglioso articolo scritto per noi dalla storica dell’arte Elena Lago di Art Plug and Play, ricorderà che il progetto di Rebecca era basato sull’importanza del tempo atmosferico in Jane Eyre, Cime tempestose e La signora di Wildfell Hall. Confrontando i dati riguardanti il tempo atmosferico attuale di Haworth con i riferimenti al tempo atmosferico nei romanzi delle sorelle Brontë, l’artista ha creato varie opere d’arte, tra cui le bellissime Colour Wheels ovvero le Ruote dei Colori. Si tratta di tre grafici “a torta” (uno per sorella) che rappresentano visivamente quante volte determinate categorie di agenti atmosferici vengono menzionate all’interno delle tre opere brontëane più conosciute. Grazie alla raccolta di questi dati, la Chesney è stata in grado di identificare ogni sorella con un agente atmosferico preciso, e noi vogliamo oggi analizzare insieme la ruota di Emily.

La Colour Wheel di Emily. Le foto sono gentilmente concesse da Rebecca Chesney.

Vedete la fetta più ampia della ruota? Si tratta della categoria “wind“. Emily è stata infatti identificata dall’artista con il vento. “Bitter whirl of wind“, “Cold blast“, “Gusty wind“, sono soltanto alcuni dei modi in cui Emily ha descritto più e più volte il vento della brughiera in Wuthering Heights, e lo ha fatto in modo talmente magistrale da farci sentire quasi il freddo sulla pelle. Ma ci sono tanti altri elementi interessanti da osservare nella ruota.

 

Per esempio salta subito all’occhio la scarsa presenza di parole relative alla categoria “rain” (celeste chiaro), che è sorprendentemente inferiore rispetto alla categoria “sun” (giallo acceso). Nel suo romanzo Emily sceglie piuttosto la neve, che occupa una grande fetta della ruota nella categoria “snow” (celestino-grigio).

Altro elemento molto interessante è che secondo la ricerca della Chesney le parole relative al cielo, “sky” (blu scuro), compaiono molto meno nel romanzo di Emily rispetto agli scritti delle altre due sorelle. Questo dato è piuttosto curioso, soprattutto se paragonato con lo studio fatto dall’esperta Reiko Tsukasaki nel 2000. La studiosa giapponese ritiene infatti che tra tutte le opere in poesia dell’autrice invece è proprio il cielo uno degli elementi naturali che compaiono più spesso, con una frequenza di ben 84 volte mentre il vento ne conta solo 74.

E voi cosa ne pensate?  Cosa vi colpisce della ruota di Rebecca, e qual è secondo voi l’agente atmosferico o l’ elemento naturale che meglio rappresenta Emily?
Se volete saperne di più del lavoro di questa splendida artista, non perdetevi la sua intervista: The Sisters’ Room e Art Plug&Play intervistano Rebecca Chesney.

Selene