La storia del libro animato inizia nel Medioevo e sopravvive ancora oggi, con la sorprendente bellezza dei libri pop-up. I primi, preziosi volumi che presentano dispositivi mobili e meccanici sono pubblicazioni scientifiche o di carattere esoterico che, con piccoli marchingegni meccanici, permettevano a figure, pianeti e oggetti di muoversi sulle delicate superfici delle pagine di antichi codici. Nel corso del tempo, fino a raggiungere le soglie dell’era moderna, il libro animato ha cominciato ad acquisire un carattere ludico ed educativo, divenendo effettivamente una sorta di antenato dei dispositivi pop-up. La terza dimensione appare magicamente mentre giriamo la pagina e mondi sconosciuti e favolistici prendono forma attraverso elaborate e preziose strutture di carta. Nell’Ottocento, il libro animato acquista un’importanza sempre maggiore, presente soprattutto nelle scatole dei giochi delle case aristocratiche e borghesi, come del resto avveniva per i dispostivi ottici. I diorami portatili o i teatri della prospettiva, piccoli, sofisticati lavori di carta e legno che permettevano di vedere scene animate in illusioni spaziali, hanno molto a che fare con la narrazione per immagini, quasi anticipando i moderni media. Gli espedienti cartotecnici dei libri animati producono su di noi, ormai abituati agli schermi e alle immagini in movimento, una suggestione tutta particolare, un fascino segreto e antico.

Su Blackwell (Sheffield, 1975), artista diplomatasi al Royal College of Art di Londra nel 2003, lavora esclusivamente partendo dalle pagine dei libri per costruire meravigliosi mondi fiabeschi. Attraverso un medium così delicato e fragile come la carta stampata, l’artista si ispira ai luoghi della letteratura per produrre piccoli scrigni, spesso sotto campane di vetro, con mondi tridimensionali in cui appaiono costantemente le parole dei libri.

Su Blackwell, installazione al Brontë Parsonage Museum, 2010

Su Blackwell scova i libri, soprattutto dedicati a personaggi ed eroi femminili, in negozi dell’usato sparsi in tutta l’Inghilterra e poi, attraverso una tecnica impeccabile e meticolosa, tramuta alcune pagine in scene incantevoli, naturalmente sempre dopo averli letti per trarne ispirazione. Il suo lavoro sembra proprio il risultato dell’unione tra i piccoli teatri delle prospettive di epoca Vittoriana e i libri pop-up, in un felice connubio che si sposa anche con una raffinatissima illuminazione. Piccole luci filtrano dalla leggera carta e mostrano antri segreti o stanze fiocamente illuminate da una fiaccola.

Con le sue fragili e preziose sculture di libri, Su Blackwell ha partecipato al Contemporary Arts Programme del Brontë Parsonage Museum nel 2010, nella mostra “Remnants”. Si trattava, infatti di tracce o resti non solo delle pagine di libri trasformate in leggiadre sculture di carta, ma anche delle reliquie lasciate dalla famiglia Brontë nel luogo in cui ha vissuto. I delicati lavori di Su Blackwell, tra cui farfalle che svolazzano dalla camicia da notte di Mr Brontë, o i soldatini che combattono nella camera dei bambini – suggeriscono i mondi immaginari dei piccoli fratelli, la loro vita quotidiana. Ma l’utilizzo della carta ci ricorda anche come per Charlotte, Branwell, Emily ed Anne, questo materiale fosse di un valore talmente inestimabile da scrivere su libricini in miniatura o su carta da lettere già utilizzata. Nella collezione del Museo, è conservata anche una meravigliosa riproduzione dell’edificio di Wuthering Heights, del 2011. Dalle pagine di una vecchia edizione di Cime Tempestose, emerge la casa con le finestre illuminate nel buio della notte e il suo cortile, nella brughiera. Sopra, il tondo della luna nel cielo scuro riporta le parole dell’ultima pagina del romanzo, quando Mr. Lockwood si sta allontanando dal Wuthering Heights: «As they stepped on to the door-stones, and halted to take a last look at the moon – or, more correctly, at each other by her light – I felt irresistibly impelled to escape them again…».

Nel 2017, Su Blackwell ha di nuovo voluto rendere omaggio a Haworth e alla sua storia attraverso una scultura di carta realizzata attraverso la trasformazione di un vecchio volume in copertina rigida e rilegata in pelle rossa di Jane Eyre. Il libro aperto mostra sopra di sé un’immagine perfetta ed emozionante: il Parsonage nella sua veste originale, con la sua imponente e severa struttura georgiana. La porta e le finestre sono illuminate da una flebile luce gialla che ricorda quella delle candele. Due alberi spogli affiancano la casa, mentre in primo piano svettano le tombe del cimitero dietro la Haworth Parish Church.

Elena Lago, storica dell’arte

Su Blackwell, The Brontë Parsonage, From the Literary House Series, 2017

Foto da: https://www.sublackwell.co.uk/.

Immagine di copertina:  Su Blackwell, Wuthering Heights, 2011, collezione del Brontë Parsonage Museum

Avete già letto l’articolo di Elena sulle misteriose firme delle sorelle Brontë apparse nella brughiera? Lynn Setterington: Sew near – Sew far, Articolo di Elena Lago