L’usanza di inviare o regalare cartoline natalizie, in Inghilterra, inizia nel XIX secolo, anche se, in paesi come la Germania o l’Olanda, questa tradizione era in voga sin dal XV secolo, con la raffigurazione di San Nicola, sulle tipiche tavolette votive.

Ma l’uso del biglietto d’auguri vero e proprio prende piede solo nel 1843, quando Henry Cole, personaggio poliedrico che contribuì all’ introduzione del francobollo Penny Black e fu primo direttore del Victoria & Albert Museum, chiese al disegnatore Horsley di creare un’illustrazione natalizia da stampare su cartoline, attraverso la tecnica della litografia, per regalarle ad amici e parenti in occasione del Natale.

Da questo momento in poi, l’invio di cartoline di auguri con immagini di festeggiamenti in famiglia a base di punch o Christmas pudding si trasforma in una vera e propria tradizione prettamente britannica, poi diffusasi in tutto il mondo, soprattutto a cavallo del nuovo Secolo. E non è un caso che tutto ciò sia avvenuto nello stesso anno della pubblicazione di A Christmas Carol di Charles Dickens, il racconto che più di tutti ha contribuito a creare l’idea del Natale come lo festeggiamo noi oggi.

Diverse sono le cartoline comparse nel medio e tardo periodo vittoriano, con immagini realizzate dai fratelli Brontë, particolarmente versati nel disegno e nell’acquarello. Non sappiamo ancora, però, se queste rappresentazioni furono vendute postume a qualche editore. È certo che almeno due di esse portano il nome di famosi editori di cartoline, Dobbs e De La Rue. Anche se questa ipotesi non è stata confermata, è bello sapere che era

Charlotte Brontë, Madonna col Bambino, 1835, matita su carta, Brontë Parsonage Museum

usanza delle famiglie inglesi, e quindi anche dei Brontë, disegnare biglietti di auguri natalizi da lasciare ad amici e visitatori della casa, ancor prima della diffusione commerciale di questa tradizione. In particolare, è sicuro che i fratelli erano soliti copiare immagini più disparate dagli annuari di Natale. Charlotte, ad esempio, riprodusse dal Christmas Annual “Forget-me-not, Atlantic Souvenir”, pubblicato da Ackerman nel 1830, diverse immagini, tra cui la Donna con la lira.

Per i fratelli furono ugualmente importanti gli album, ricchi di articoli e immagini da cui prendere ispirazione per i propri lavori, ma anche corredati di pagine bianche da riempire con disegni o testi. I giovani Brontë amavano non solo sfogliarli, ma anche crearne di propri, ricchi di cartoline con disegni e acquarelli realizzati da loro stessi.

Questi lavori vanno di pari passo con le storie fantastiche o gli sketch riportati con minuscola grafia nei lorolibricini in miniatura. Il lavoro natalizio di maggior rilievo è una Madonna con Bambino eseguita da Charlotte a matita su carta nel 1835, quando aveva vent’anni. Si tratta della copia di un’incisione di Louis Schalz, a sua volta tratta dalla Madonna del pesce di Raffaello. Il volto della Vergine, delicato ed allungato, segnato da un leggero chiaroscuro, è affiancato da quello del Bambino. Il disegno rivela un’attenta ricerca nell’anatomia dei volti, soprattutto per quanto riguarda gli occhi (ci sono pervenuti diversi studi e schizzi di Charlotte sugli occhi). È molto probabile che la scrittrice abbia portato a compimento questa piccola opera durante il periodo delle vacanze di Natale, dopo averla iniziata a Roe Haed, dove era stata assunta come insegnante proprio nel 1835.

Ma l’opera The link boy di Branwell, realizzata nel 1836 durante l’apprendistato nello studio del pittore William

Branwell Bronte, The Lincolnshire link boy, 1836, olio su tavola, Brontë Parsonage Museum

Robinson, evoca ancora di più l’atmosfera natalizia, poiché raffigura un portatore di lanterne. Probabilmente, questa tavoletta fu regalata agli Heaton di Ponden Hall, in segno di amicizia. I link boy, sin dall’epoca rinascimentale, facevano luce ai pedoni durante le scurissime notti nei vicoli londinesi e di altre città inglesi e spesso, nell’Ottocento, venivano rappresentati nelle cartoline natalizie.

Questa è forse la copia di una stampa, realizzata da Branwell ad olio su tavola per esercitarsi nella tecnica del chiaroscuro, come si nota dal forte uso del marrone, del giallo e del rosso. I contrasti e gli accordi cromatici risultano ancora decisamente acerbi. Il ragazzo che porta la lanterna appare avvolto in un pesante cappotto; il viso felice e rubicondo, illuminato dalla luce ardente, compare sotto un cappello invernale.

Elena Lago, storica dell’arte

Immagine di copertina: John Calcott Horsley, prima cartolina natalizia 1843, stampa litografica.

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